EDITORIALE

APPUNTI DI SPIRITUALITA’
L’inverno di Maria, Marco pozza
OFFICINA DEL PENSIERO
Consigli evangelici e secolarità: sequela di Cristo e assunzione di responsabilità dentro la Storia, Pina gulisano
CAMMINI DI CHIESA
Messaggio del Santo Padre Francesco per la 105ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2019, Papa francesco
La Consulta nazionale per la Pastorale familiare, Brigitte Saa
L’OPINIONE
Non basta proclamare i valori se le coscienze sono vuote, Angelo Onger
PASSI DI SECOLARITA’
Vivendo tra le nuvole, A.A.
Donare Gesù al mondo, Anna Maria Massa
DAGLI ISTITUTI
Come un piccolo seme gettato nel mondo, Barbara Pandolfi
Tre anniversari importanti nel 2018, Mariagrazia Demartini
IN MEMORIA
In ricordo di Amedeo Bianchi, AA. VV.
Padre Francesco Chimenti, Maria Adamo
Segnalazioni
Corsi

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EDITORIALE

Siamo in autunno e, come sempre, si inizia a parlare di influenza e ci si preoccupa dei virus che circolano. Ed i virus circolanti sono davvero tanti e non solo quelli che ci mettono a letto con la febbre. Ci sono anche quelli che un certo quadro socio-politico denuncia affermando che alcuni problemi siano dei virus: l’immigrazione, la criminalità, l’economia, l’educazione, la morte.

Che fare di fronte a questi virus?

Un rimedio è il calmante. Tradotto, può essere il bonus o la sanatoria. Serve a poco: il malato non cambia il suo quadro clinico, ma per un po’ sta meglio. E i problemi rimangono.

Un altro rimedio è la cura d’urto, l’antibiotico. Tradotto, sono i provvedimenti da “tolleranza zero”, da disinfestazione etnica più o meno mascherata, che si attuano anche attraverso alcuni mezzi di informazione ricchi di volgarità. Permettono di disinfestare la persona dai bisogni di relazione umana, dalla pietà, dalla carità, rendendo la persona immune. È una terapia applicata solo per alcuni virus, in particolare quello dell’immigrazione.

Un terzo rimedio è fare come si faceva una volta, ritornare ad una vita “sana”. Tradotto, è il ripristino dei valori sacri e fondanti: la nazione, il rito, il dialetto. L’illusione di tornare ad una omogeneità culturale che protegge e rassicura.

Tutte queste strade presentano dei pericoli. Il calmante non risolve. L’antibiotico rischia di indebolire un organismo che invece per sua natura è relazionale, aperto e generoso. La strada dei valori di un tempo rischia l’appiattimento.

Ma allora?

Anzitutto una domanda: questi “virus” sono davvero così terribili oppure lo sono perché agiscono su un quadro clinico già debole? Forse alcuni “virus” non sono più gravi di tanti altri, ma fanno comodo a chi vende antivirus. Eppure prendere consapevolezza della reale pericolosità di qualche “virus” sarebbe importante, per decidere l’antivirus più lieve da somministrare, quello più efficace, ma non troppo dannoso per il corpo sociale. E ancora: si riprende a parlare di valori, di vita sana, ma con l’attenzione non tanto a declamare qualche slogan, ma ad accettare i tanti rimedi e i tanti valori, che in comune hanno tutti qualcosa. Perciò: né immunità, né omogeneità, ma un’aperta ed accogliente comunità.

m.r.z.