APPUNTI DI SPIRITUALITÀ

Mattutino (in galera). Giustizia e ingiustizia, Don Marco Pozza

TEMI APERTI
Istituti secolari oggi, Carmela Tascone
La sfida educativa per chi vuole trasmettere la fede, Luciano Caimi

CAMMINI DI CHIESA
La sfida di un’economia sostenibile: note per un viaggio nell’enciclica Fratelli tutti, Elia Zamboni
The economy of Francesco

L’OPINIONE
Maschio o femmina li creò, Fabio Vescovi

FILO ROSSO
Violenza genera violenza, Barbara Pandolfi

TESTIMONI
Santa Teresa Benedetta della Croce, Antonia Conti

PASSI DI SECOLARITÀ
Lettera aperta a…, Agnese B.
Buonasera! Ci manda il parroco, Corinna

DAGLI ISTITUTI
Beati i poveri!, Marina Santaroce

SEGNALAZIONI


EDITORIALE

Mai si era visto nella storia uno shock del genere. E nessuno sa quanto inciderà sulla vita nostra e del Pianeta.
Un modello economico che ha prodotto negli ultimi 30 anni l’arricchimento del 20% dei più ricchi in Europa e USA (e lasciava fermo l’altro 80%) è collassato di colpo per un piccolissimo virus. Prima o poi sapremo le vere cause dell’origine del virus, ma gli scienziati del clima è da 20 anni che denunciano inquinamento e deforestazione incompatibili con lo sviluppo umano.
Ma preoccupano anche minacce tremende che potrebbero minare la nostra futura vita sociale.
La prima è che, per recuperare i danni economici, si voglia partire “come prima”; la seconda è che si affermi una socialità caratterizzata dal distanziamento sociale, con un uso crescente di web, digitale, vendite on-line, igienizzanti; la terza è il ritorno ai “confini” (nazionali, regionali, locali, familiari, personali); la quarta è una società in cui siamo sorvegliati e “profilati”. Sono rischi che possono attraversare anche i nostri Istituti ed indebolire le nostre occasioni di incontro.
Gli Istituti secolari non possono dire che questa situazione non li riguarda. Nonostante la catastrofe, dovremmo saper guardare con fiducia verso tutto ciò che può avvenire. Vogliamo imparare a saper vivere con fiducia. E, insieme, non ci deve mancare il coraggio di fare cose nuove, cose belle e di rischiare.
E le cose nuove, e le cose belle le possiamo fare anche nell’ordinarietà della nostra vita Joshua Bell, un famoso violinista americano, ha fatto un esperimento all’ingresso della metropolitana di Boston prima della sua performance in un teatro esaurito, dove il posto contava 100 dollari. Voleva capire quante persone si sarebbero fermate ad ascoltarlo alle 8 del mattino quando andavano a lavorare. Suonò 45 minuti. Sette persone su oltre mille si fermarono brevemente e donarono 32 dollari. Solo un bambino di 3 anni continuava a guardarlo, mentre la mamma si allontanava.
Quanto siamo disposti ad apprezzare la bellezza in un ambiente quotidiano a un’ora insolita? Sappiamo riconoscere il talento in un contesto insolito? Forse solo se… rallentiamo. E questo verbo l’abbiamo conosciuto, e forse apprezzato, proprio in questo tempo, proprio a causa di quel piccolissimo virus.

m.r.z.


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