APPUNTI DI SPIRITUALITA’
Ecclesiam suam, D.G.C.

D’ora innanzi, tutta la vita in tre giorni, Marco Pozza

TEMI APERTI
I cattolici tra presenza sociale e nuove domande alla politica, Carmela Tascone /Scarica l’articolo

CAMMINI DI CHIESA
La sorprendente attualità del digiuno, Mauro Orsatti

Giornata della Vita consacrata

L’OPINIONE
Avere gli altri dentro di sé, Angelo Onger

PASSI DI SECOLARITA’
Voto di povertà? No, meglio di sobrietà, Mariagrazia Demartini

Le mie periferie, Antonio Frigerio

Nuove Relazioni… Nuove esperienze di vita!, Marina Bertello

IN MEMORIA
In memoria di Saida Cheli, Vanna Niccià

Rendiamo grazie a Dio per averci donato Marta, Luisa Chierici

Francesco Fedato, Antonio Vendramin

SEGNALAZIONI
Come mi vedi?

L’eco del Dio nascosto

La rivista INCONTRO si può ricevere versando un contributo annuo di 20,00 € per l’Italia; per l’estero 25,00 € sul c.c.p. n. 55834717 intestato a: C.I.I.S. Conferenza Italiana Istituti Secolari


EDITORIALE

Nei giorni in cui arriva la rivista, si sta vivendo la speranza del voto, un voto che abbia come obiettivo un Paese normale.
Ancora una volta la democrazia ci chiama a votare: siamo chiamati e risponderemo. Ancora una volta, soprattutto questa volta. E risponderemo per diverse ragioni.
La prima è semplice: votare è un fatto positivo: appartiene alla vita democratica di un Paese. È perciò un fatto di libertà e di partecipazione. È un bene, per il quale molti hanno dato la vita.
La seconda ragione è che ancora viviamo in un momento di crisi. E questa crisi richiede uno scatto di orgoglio, scatto che deve necessariamente venire dal basso, dai cittadini, dalla società civile. Deve venire anche attraverso un voto consapevole, per aiutare i partiti e le aggregazioni a riscoprire la loro vocazione politica.
La terza ragione è che attraversiamo un periodo di incertezza. Siamo spaesati, abbiamo bisogno di riferimenti e il voto può aiutare a riacquistare la speranza.
Ci affidiamo così al voto. L’impressione che maturiamo in questa campagna elettorale è di essere tornati alla politica sguaiata, alle promesse irrealizzabili, alle illusioni somministrate da tutti, a una politica che speravamo di aver abbandonato.
Un popolo tenace come quello italiano merita una politica diversa, merita una politica buona.
Il Paese sano è stanco di populismi e reticenze di qualunque provenienza. Le riforme domani saranno realizzate solo se oggi non si fanno promesse incaute e contraddittorie.
Ecco perché vogliamo andare a votare, auspicando un risultato che offra stabilità al Paese, condizione imprescindibile per attuare le riforme che possano aiutare il Paese ad essere semplicemente un Paese normale. Di questo abbiamo bisogno. E per questo abbiamo bisogno di politica. Abbiamo bisogno di una politica sana, consapevole, capace di vitalità e di progettualità, capace di speranza.

m.r.z.