APPUNTI DI SPIRITUALITÀ
«Padre Nostro che sei nei cieli», Don Marco Pozza

CAMMINI DI CHIESA
Un’esperienza in Caritas, Angela Randazzo
Un piccolo servizio e una grande grazia, Anna Maria S.
«Su, venite e discutiamo», Francesca Villanova, Antonella Casiraghi

L’OPINIONE
Il silenzio, Angelo Onger

VOCI DALL’OSSERVATORIO
Sguardo sul territorio: Ponte Lambro, Alda Pellegri
L’anziano nella Bibbia, Osservatorio socio-sanitario

PASSI DI SECOLARITÀ
Il benedetto vizio di leggere, Mario Renato Vivenzi
Dio comunica “in” musica, Mauricio Polelli
Testimoni del regno di Dio tra grida e silenzi, Estela T.C. Da Silva

IN MEMORIA
In ricordo di Maria Dutto, M.S.

SEGNALAZIONI

ESERCIZI SPIRITUALI


EDITORIALE

Riportiamo qui, la lettera che la presidente della CIIS Carmela Tascone, ha inviato lo scorso 14 marzo 2020 ai responsabili.

Carissime/i, come state?
In allegato a questa mia lettera trovate il programma della nostra Assemblea di maggio.Lo invio ben consapevole che probabilmente non la potremo effettuare, i tempi di questa drammatica situazione sembrano molto lunghi. Ad ogni buon conto mi sembra importante condividere con voi quanto abbiamo pensato, sapendo che, passo dopo passo, con prudenza e saggezza, seguiremo le disposizioni previste dalle Istituzioni competenti, ovviamente pronti anche a sospendere l’iniziativa.
È un modo per stare insieme e per pregare il Signore perché ci faccia uscire prima possibile da questa emergenza. Vi raggiungo, dunque, in un tempo difficile per il nostro Paese (ormai per il mondo intero), per noi tutti, un tempo che non ci saremmo mai aspettati, perché la convinzione diffusa di essere diventati invulnerabili, grazie alla scienza e alla tecnica, mai ci avrebbe fatto sospettare quanto sta accadendo.
I bollettini quotidiani con i numeri di molte persone contagiate, in particolare di quelle che hanno maggiore necessità di essere curate, e dei molti decessi, ci fanno cogliere fino in fondo la fragilità umana. La distanza fisica dagli altri, a partire dalle persone a cui vogliamo molto bene, è una prova non facile, ci sembra incomprensibile doverci tenere lontani.
Poi il nostro pensiero va a tutti coloro, medici ed infermieri, che stanno lavorando senza sosta per salvare vite umane e allora le nostre fatiche si ridimensionano; ma ciò non toglie l’esperienza del limite che tutti stiamo provando. Ma che cosa può dirci questo tempo che appare “neutro” rispetto alla nostra vita, così abituata a ritmi veloci e, contemporaneamente, programmata nei particolari? Forse una prima considerazione riguarda proprio il dover rivedere l’uso del nostro tempo: esso, con la sospensione di molte attività, sembra diventato indefinito. Certo, possiamo recuperare uno spazio maggiore di preghiera, di silenzio, di lettura, di ripresa di alcune cose che avevamo in arretrato, ma, forse, vi è un altro aspetto su cui riflettere ed è quello che ci interpella circa ciò che è essenziale nella vita: ci sembra sempre tutto indispensabile e in questo tempo di rallentamento totale scopriamo che, forse, non è così. Non si tratta di semplificare la complessità, ma di acquisire una consapevolezza nuova circa le priorità della vita. Un altro tema che si è presentato, in questo contesto, è l’importanza del rispetto delle regole, in un tempo dove ciascuno è regola a se stesso, il dover fare i conti con i divieti e le raccomandazioni, da una parte, mette in discussione la libertà di poter decidere da sé spostamenti, relazioni, rapporti pubblici, ecc.; dall’altra, può consentire di comprendere fino in fondo l’importanza della libertà, non solo per noi, ma per tutti. Andare in profondità per riscoprire la libertà che non subisce limiti che è quella del cuore, delle proprie convinzioni, del saper tenere una posizione quando è necessario, del rischiare per il bene, del gioire per le cose semplici. La fatica del rispetto delle regole, che limitano le nostre piccole libertà, ci può far riscoprire il valore della libertà autentica. Inoltre, l’abbondanza e la contraddittorietà delle informazioni, in questo periodo così travagliato, molte volte hanno generato confusione, allarmismo esasperato o, viceversa, superficialità nelle valutazioni. La grande quantità di notizie è accompagnata, molto spesso, dalla loro frammentarietà: non vi è un approfondimento compiuto, teso ad offrire elementi oggettivi per consentire un’interpretazione corretta dei dati.
Questo ci può insegnare, se ancora ce ne fosse bisogno, che l’informazione, essendo importante sempre, va verificata e vagliata, ciò chiede la pazienza dell’approfondimento e anche lo sforzo dello studio. Non dobbiamo rinunciare a conoscere, cercando fonti solide e serie. Infine, questa situazione pesantissima ci fa riflettere anche sul bene comune; il tema, ad esempio, dell’importanza della sanità pubblica è tornato al centro dei dibattiti e delle valutazioni politiche. Le scelte effettuate, da diverse Regioni, di tagli al sistema pubblico, con la riduzione di posti letto, attraverso un accreditamento consistente dei privati, che spesso operano nei settori più remunerativi, oggi presentano il conto. Ciò significa che alla fine del tunnel sarà necessario che il Paese, attraverso i suoi governanti, scelga ciò che è prioritario e da salvaguardare sempre. Non solo, ma sarà indispensabile che i cittadini riflettano seriamente sulla loro mentalità fortemente connotata dalla delega, per riappropriarsi di un atteggiamento di maggiore partecipazione alle scelte. E noi, membri degli Istituti Secolari?
Certamente il primo atteggiamento è quello del condividere la grande incertezza che attraversa tutti, intensificando la preghiera di domanda al Signore, chiedendo a Maria di accogliere tutti nella sua tenerezza di Madre, in particolare chi soffre, chi si sente solo o muore lontano dai suoi cari. Il forzato digiuno eucaristico ci potrà aiutare a rimettere al centro il valore della Celebrazione Eucaristica e, nello stesso tempo, l’ascolto della Parola ci consentirà di lasciar parlare il Signore e di ritrovare tante ragioni per ravvivare la nostra appartenenza a Lui. Ma la nostra vocazione ci chiede anche di interrogarci circa il nostro stile di vita, le nostre priorità, il nostro modo di relazionarci agli altri, il nostro modo di porci nella ricerca di ciò che è bene per tutti, il nostro impegno nella società, nella comunità del territorio, il nostro specifico senso ecclesiale. Ecco, ho desiderato semplicemente condividere con voi alcuni pensieri che in questo periodo mi attraversano, rimaniamo uniti nella preghiera e chiediamo al Signore che ci riconduca all’essenziale e ci conceda la grazia di uscire presto da questa prova.
In attesa di vederci presto, vi abbraccio tutte/i con tanto affetto!

m.r.z.


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